COS'E' L'AMORE?

 

AMARE NON VUOL DIRE IMPOSSESSARSI DI UN ALTRO PER ARRICCHIRE SE STESSI, BENSÌ DONARSI AD UN ALTRO PER ARRICCHIRLO.

 

 

 

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Inizio la disquisizione su questo magico argomento, assumendo nuovamente quanto già espresso in altre pagine, ovvero che il difficile da fare nella vita, sia vivere le cose semplici, e quindi anche comprenderne il loro primitivo e primordiale concetto, quello che poi, correttamente tradotto, ne diviene il valore.

Parlare oggi del sublime ed universale valore dell'Amore, è cosa assai difficile, specie in un mondo, quale quello contemporaneo, ove tutte le più nobili e validanti ricchezze della vita, prima fra tutte l'Amore stesso, sembrano essere quasi svanite, per lasciare spazio all'artificiale, sterile e materiale trasformazione di esse medesime.

In buona sostanza, oggi più che mai, l'Amore si assume ad essere divenuto quale aspetto di sostanza e di comunanza della vita, e non anche quello che un tempo era la luce stessa della vita.

Assistiamo ad una palesata, e quasi conclamata, trasformazione del valore dell'Amore, il quale, da originale ossigeno dell'esistenza umana, è stato di fatto tradotto, ed in buona parte assimilato, quale aspetto comune, di mera sostanza, ancorché di interesse, dell'esistenza stessa.

Laddove esso non sia stato così in toto assunto, esso è stato comunque stravolto nei suoi canoni primitivi e di priorità rispetto al concetto della vita, divenendo, giocoforza, parte integrante della quotidianità così vissuta, anziché rimanere, ed anzi essere elevato, quale unico e vero elemento di respiro della nostra esistenza.

Anche per i più ottimisti dell'argomento, credo che nessuno possa esimersi dal riconoscere che questa trasformazione, "al ribasso", del valore concettuale e spirituale dell'Amore, sia stata e sia la causa, o comunque la concausa, della quasi totalità dei rapporti d'Amore oggi esistenti.

Come ho sempre amato riassumere, credo fermamente che l'Amore sia la perfetta simbiosi, l'Armonia Emotiva e l'Affinità assoluta dell'Anima, dello Spirito e del Cuore, senza l'intervento della mente.

Non a caso, dopo anni che sostenevo, nelle mie interiori riflessioni, questa convinzione, ebbi modo di leggere la prefazione di un antichissimo testo tibetano, asseritamente risalente a circa 7.000 anni orsono, nel quale l'autore riportava testualmente che "con l'Amore si può costruire ed arrivare a tutto, ma se permettiamo alla mente di intervenire, distruggiamo tutto ciò che l'Amore ha creato".

Tale affermazione mi colpì non poco, atteso che quelle filosofiche parole assumevano in toto uno dei miei più profondi convincimenti. Invero, la persona umana, pur essendo una perfetta "macchina", dotata di infinite capacità intellettuali, creative, di ragionamento, di analisi, e quant'altro, resta pur sempre un meraviglioso elaboratore scientifico, esule da qualsiasi influenza di natura emotiva, spirituale o morale.

Ne consegue, quindi, che la mente ragiona solo ed unicamente in funzione di una ovvia e scontata "contropartita", atteso che ad ogni ragionamento, pensiero, idea, analisi, deve necessariamente corrispondere un risultato in termini pratici e tangibili, e quindi un interesse, per quanto esso possa essere legittimo.

Per contro, nello stesso essere umano esistono, per coloro che li possiedono, e con questo intendo dire per coloro che ne fanno uso produttivo, l'Anima, lo Spirito ed il Cuore, i quali "pensano", "operano" ed "agiscono" nell'assoluta gratuità, ovvero nel solo assunto del "Donare", posto che proprio nel loro donare sentono di ricevere.

E' questo, cari lettori, il vero prodigio, il nobile miracolo, la vera magia, del concetto di Amore.

Ecco, dunque, dove vengono ad insinuarsi i tanti limiti, difetti e miserie dell'essere umano, il quale, non per sua scelta, è stato creato in due entità che si oppongono strenuamente, ovvero da una parte la mente e dall'altra l'unione di Anima, Spirito e Cuore.

Essendo che le differenze tra tali due entità sono il più chiaro esempio di antitesi, in fatto di pensiero, valore, e quindi azione, esse sono la ragione stessa delle tante povertà umane, i cui risultati, in termini sociali, credo siano quotidianamente di fronte agli occhi di tutti.

A mio avviso, lo scadimento dei valori veri e primitivi dell'Amore, deriva proprio dall'avere perso la capacità di combattere per quegli stessi valori, dall'avere perso la nostra identità umana per come così ci era stata donata e concessa, ma soprattutto dall'innegabile fatto di avere, via-via, permesso alla mente di prendere il sopravvento sul Cuore.

E' parimenti vero che, per coloro che vivono, pensano ed agiscono attraverso la mente, la "strada" della vita sia sempre in discesa, atteso che essi sono esenti dal coinvolgimento emotivo, sentimentale, e per fisiologia, di donazione di se stessi.

Viceversa, coloro che hanno sempre vissuto in ragione di quei sublimi valori, che risiedono unicamente nell'Anima, nello Spirito, nel Cuore, e quindi nel celestiale concetto dell'Amore, sono stati e sono destinati al dolore, alla sofferenza, all'ingiustizia, ad essere lo "strumento" oggettivo dei "furbi", dei falsi, degli ipocriti.

Il solo fatto di accettare il dolore, il patimento, la sofferenza, l'umiliazione morale e spirituale, è ciò che determina l'essere persone "vere", dotate di un'infinita ricchezza interiore, rispetto a coloro che, pur credendo di essere felici, non sono neppure coscienti della loro immensa povertà umana ed interiore. Del resto, chi soffre è perchè ama, mentre chi è sciocco lo è solo perchè pensa di sapere cosa sia l'Amore.

Chi non si è mai posto legittime domande in merito a questa iniqua e sproporzionata realtà?

La risposta è assai difficile, quanto facile e profonda. Il vero Amore nasce all'ombra del dolore, perché solo dal dolore può scaturire la vera conoscenza del significato dell'Amore stesso.

Ecco perché il sublime Kahlil Gibran era solito scrivere che "ogni dolore porta in sé un dono più prezioso della lacrima che ha versato. Uno strano modo che Dio ha per farci intendere quanto ci ama". Egli soggiungeva anche che "se sapessimo cogliere i quotidiani prodigi della vita, la sofferenza ci stupirebbe non meno della gioia". Infine, asseriva altresì che "se volete sapere quanto siete ricchi, guardate, tra tutte le cose che possedete, quelle che il denaro non può comprare".

In sintesi, cari lettori, di fronte al dolore, alla sofferenza, all'umiliazione, all'ingiustizia, pare che, umanamente, non vi sia giustificazione, e quindi risposta. Ed invece, e parlo a titolo segnatamente personale, una risposta a tutto ciò esiste, e questa risposta è soltanto l'Amore.

Non abbiate mai a dimenticare che "l'Amore si ricarica con l'Amore, e solo l'Amore può curare le ferite provocate dall'Amore".

Non pentitevi mai di avere donato Amore, anche quando esso è stato fonte di dolore, poiché, ribadendo di parlare per esperienza personale, dal dolore, dalla sofferenza, dall'ingiustizia, solo e soltanto se noi lo vogliamo, possono nascere doni e prodigi interiori ed esteriori che nessuno può immaginare, doni così grandi da sapere rendere il primitivo dolore pari ad una goccia d'acqua nell'oceano.

Questo può avvenire, però, solamente laddove, allo strumento dell'Amore profondo, si accompagni quello del Perdono, inteso come sentimento "sentito" dal punto più remoto del nostro "io".

Al cospetto di tali riflessioni, si deve necessariamente sostenere che, per quanto attiene il valore dell'Amore sentimentale, è inevitabile sapere bene comprendere chi e cosa esso sia.

In sostanza, l'Amore, laddove inteso come mero "ti amo" verso l'altra persona, è privo dei suoi elementi validanti.

L'Amore, e quindi l'amare una persona, è l'insieme di infiniti valori che, in sinergia tra loro, ci permettono di poterci compiutamente identificare nell'altro partner, permettendoci di potere "pensare ad alta voce", ovvero di essere noi stessi con la persona amata, così come quando siamo soli con noi stessi.

Parimenti a ciò, si deve affiancare ed assumere il concetto che il sentimento dell'Amore è un qualcosa che segue un suo preciso, ma quanto mai spontaneo ed inconscio, cammino, atteso che, a mio avviso, è profondamente sbagliato vedere l'Amore interiore verso l'altra persona come qualcosa di disgiunto dall'Amore fisico.

L'Amore vero è il sentimento che cresce nel Cuore attraverso la sinergia sopra descritta, e che, ad un costante, naturale e spontaneo dialogo verbale, e prima ancora spirituale, unisce un Amore fisico che è l'estensione spontanea del dialogo stesso.

Credo sia un profondo errore concepire e vivere l'Amore sentimentale come un qualcosa di disgiunto dall'Amore fisico, atteso che essi sono entrambi dialoghi, che partono dal Cuore per poi al Cuore tornare, sempre e comunque, e più ricchi di prima.

Inoltre, tali due dialoghi, se davvero validati da quella simbiosi emotiva sopra indicata, sono e devono sempre essere "complementari" l'uno dell'altro, poiché il loro massimo apice emotivo risiede proprio nella completa e costante reciprocità.

Concludo asserendo quello che, da sempre, credo sia alla base del valore dell'Amore, ovvero il fatto che "l'Amore non genera Affinità emotiva, ma l'Affinità emotiva genera Amore".

Per capire, conoscere e vivere l'Amore vero, dobbiamo essere capaci di renderci conto che, ogni giorno accanto alla persona amata, deve sapere essere sempre come il primo giorno, perché solo così troveremo, in ogni istante, un nuovo pensiero, una nuova parola, un nuovo gesto, per farle sentire che la amiamo.

Dove esiste il vero Amore, non dobbiamo preoccuparci di come manifestarlo costantemente, atteso che tutto avviene in piena autonomia attraverso il sentimento che vive e cresce all'interno del Cuore stesso.

Ecco perché, laddove in un siffatto contesto si insinui od interferisca la mente, essa è capace di distruggere tutto ciò che l'Amore ha creato.

Inoltre, la prova tangibile di ciò si assume dal fatto che, più amiamo una persona, più ci sentiamo "liberi", poiché l'Amore vero è la donazione gratuita di se stessi all'altro, ed è proprio questa magia emotiva che, nell'essere due persone in una sola, due cuori che battono come uno solo, ci fa sentire quanto mai liberi.

L'Amore vero è libertà di donarsi all'altro, ed è proprio nel profondo legame con l'altro che ci sentiamo liberi, …sì, liberi di volare.

Forse è utopico spiegare l'Amore in tali termini, ma quello che ho descritto è anch'esso frutto di esperienza personale, maturata a contatto col dolore, con la sofferenza, con l'ingiustizia, con l'ipocrisia, ma è proprio grazie all'immensità del dolore che ho potuto conoscere l'Amore, quello vero, quello Universale, quello che riesce a varcare le soglie del Sentimento stesso, per giungere alla piena simbiosi Spirituale, un'esperienza paradisiaca che, per quanto mi sforzi, nessuna parola potrà mai esprimere a dovere, atteso che l'Amore vero non si può spiegare, ma si può soltanto vivere.

 

Grazie per il tempo speso a leggermi.

 

Manuele

 

 

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