LA PARTE MANCANTE

 

È SOLO CON IL CUORE CHE UNO PUÒ VEDERE CORRETTAMENTE. CIÒ CHE È ESSENZIALE NELLA VITA È INVISIBILE AGLI OCCHI.

 

 

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"L'Amicizia è sublime: in essa splende la forza dell'umanità.

L'Amore è bello: in esso si illumina la pace dell'umanità".

 

Questa è la paradisiaca massima con cui Franz Erhemberg ha voluto, a mio avviso, dare la dimensione emotiva e spirituale dei valori umani, così come assunti nella primitività del mondo e dell'Amore che questi si prefiggeva di donare a tutti gli uomini e donne di buona volontà. Quindi, in buona sostanza, mi sono sempre ed umilmente identificato in queste semplici ma esaustive parole e, come tale, mi sono sempre dedicato alla ricerca di quella che definisco "la Parte Mancante", ovvero l'altra parte mancante del mio "io", della mia Anima, del mio mondo emotivo. Le sofferenze della vita sono spesso troppo difficili da sopportare ed accettare, ma è anche vero che se esse non sortissero alcunché di positivo, sarebbero sofferenze inutili.

Quindi, spesso, la sofferenza è una manifestazione stessa dell'Amore, ed in essa possiamo crescere ed edificare la nostra Anima, rendendola meritevole di stima e considerazione, poiché in essa regna la parte migliore di Noi. Invero, non dobbiamo amare ciò che è perfetto, ma rendere perfetto ciò che amiamo. Inoltre, come disse nobilmente Padre Pio, "la vita senza Amore è peggio della morte".

Alla luce di queste brevi considerazioni, penso fermamente che una vita senza Amore non valga neppure la pena di essere vissuta, atteso che l'Amore stesso è l'ossigeno dell'esistenza umana.

Ho quindi sempre cercato quell'Amore primitivo e primordiale, quel sentimento così sublime e genuino che forse regna solo nell'immensità del Cielo, ma nonostante tutto, non voglio credere che esso non possa esistere e non possa essere vissuto anche su questa Terra.

Quell'Amore così nobile lo identifico, da sempre, nel sublime ed universale concetto di "Parte Mancante", ovvero l'altra parte mancante del mio "io". Sono unicamente amante di tutto ciò che è morale, spirituale, emotivo, e non anche meramente materiale. Nel mio ideale sentimentale, vivo e mi riconosco in quelle che definisco "le falde dell'Amore".

Invero, come assiduamente sostengo, la cosa più difficile da fare nella vita, è vivere le cose semplici. La paradisiaca magia di un rapporto sentimentale, si esplicita nella catarsi emotiva della vera spontaneità d'Animo e di Cuore, quella stessa condizione che permette ad una persona di giungere, nei riguardi dell'altra, a poter "pensare ad alta voce", senza più alcun segreto o timore, lasciando poi che la "poesia" dell'Anima faccia il resto.

Parimenti, l'eternità di un sentimento si sublima e si concretizza allorquando l'Amore di ogni giorno sappia sempre essere un nuovo punto di partenza e non anche un ritenuto punto di arrivo.

Come insegna la primitiva filosofia dei giusti valori umani: "nella vita, c'è chi possiede il mondo pur non possedendo nulla e, viceversa chi, pur non possedendo nulla possiede il mondo; inoltre, se per il mondo si è nessuno, per qualcuno si può essere il mondo".

Questo concetto, nel quale, ripeto, credo fermamente, trae origini lontane, ovvero da un antico racconto del filosofo Platone, il quale, sostanzialmente, enunciò tale suo pensiero dicendo che, in tempi molto remoti, ovvero quando il mondo era giovane, eravamo piccole "bestioline", che vivevano tranquille e che vagavano serene per il mondo.

Tali "bestioline", delle quali noi, sempre asseritamente da Platone, ne saremmo gli attuali discendenti, avremmo avuto la totale felicità in quanto, per nostra natura, saremmo stati in grado di riprodurci da soli, senza bisogno di nulla e di nessuno.

Perdonate, dunque, la forma un po' "corrotta" del mio richiamo alle asserzioni di Platone, ma la descrizione minuta di quel suo concetto, per quanto forse assurda ai tempi nostri, era quanto mai legittima in allora.

Sempre secondo il filosofo Platone, gli spiriti maligni che a quel tempo regnavano sul mondo, essendo invidiosi della nostra serenità, felicità ed indipendenza, ci presero e ci divisero in due, proprio come i gusci delle conchiglie, spargendoci poi per l'intero Universo.

Da allora, quindi, ognuno di noi andrebbe proprio alla ricerca della sua "Parte Mancante", ovvero l'altra parte mancante del suo "io". Fatta questa premessa, credo che, comunque, lo spirito concettuale e tematico di Platone fosse tutt'altro che banale, atteso che, aldilà del suo esempio sull'essere, in allora, bestioline, sia quanto mai realistico e sostanziale il fatto per cui ognuno di noi cerchi l'Amore, i Sentimenti, e quindi quella che io non posso negare di Amare nel chiamarla proprio la "Parte Mancante".

Ecco perché sono sempre stato convinto assertore che l'Amore non generi affinità emotiva, ma che invece l'affinità emotiva generi Amore. Intendo dire che solo la comunione di valori, di ideali e della stessa Fede, permettano a due persone di edificare quella simbiosi spirituale ed emotiva che trascende ogni limite umano, creando le condizioni affinché quelle due medesime persone sappiano divenire una cosa sola, due anime con un unico pensiero, due Cuori che battono come uno solo.

In buona sostanza, il grande secreto dell'Amore sorge laddove l'affinità emotiva di due "io" sappia fondersi in un unico "Noi".

Invero, credo che la persona giusta sia quella creatura che, sulla scena della nostra vita, sappia essere sublime, dolce e lucente come una Stella, in quanto le stelle solo la massima espressione della bellezza del creato e dell'universo della Natura.

Purtroppo, spesso, nella vita ci capita di incontrare persone che ci paiono appunto essere come "stelle", ma poi scopriamo che sono soltanto stelle che brillano di luce riflessa, mentre la persona vera è colei che sa brillare di luce propria.

Del resto, nella nostra società, che erroneamente osiamo  definire "evoluta", viviamo mille diversi stress, agitazioni, preoccupazioni, problemi, che sono le cause stesse che minano la nostra serenità.

Siamo così abituati a correre tutto il giorno, a stare dietro all'orologio che scorre veloce, a trovare sempre davanti a noi "mille porte chiuse" che, allorquando ve ne sia una aperta, ci passiamo davanti e neppure la vediamo.

Questi valori, nella pienezza del loro primitivo e primordiale significato spirituale ed emotivo, sono i canoni sui quali ho tentato di disquisire in questo mio intervento, sebbene quanto mai cosciente e consapevole di quanto essi siano difficilissimi da identificarsi nella vita di oggi, ma credo parimenti che essere "persone vere" comporti il fatto di credere e difendere la purezza degli ideali emotivi che in Noi risiedono, accettandone il relativo prezzo in termini di dolore, sofferenza, umiliazione.

Tutto ciò si esalta poi ulteriormente nell'essere amanti della Verità, della Carità, della Sincerità, dell'Onestà, del senso della Giustizia e della devozione a quanto di più caro ci sia stato donato, ovvero l'Amore.

Concludo asserendo che, come ho avuto modo di assumere in questo sito, credo in modo esaustivo ai Valori, ed al riguardo della persona più straordinaria che io abbia mai conosciuto, posso testimoniare a coloro che mi leggono che la "Parte Mancante", così come l'Amore infinito, possono davvero esistere.

E' evidente che un siffatto e paradisiaco Amore, che credo sia il più alto e celestiale dono che si possa avere l'onore di vivere, costi caro per essere raggiunto, atteso che impegna profondamente le due persone che in quel nobile concetto di "Parte Mancante" vogliono ritrovarsi, riconoscersi ed unirsi, ma è parimenti vero che quanto offre quello stesso rapporto è indescrivibile, proprio perché tutto ciò che appartiene al Cuore non può essere spiegato, ma può soltanto essere vissuto.

 

Grazie per il tempo speso a leggermi.

 

Manuele

 

 

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